Porcelain.
I stretch it, paint it, fold it, going to the limits of its strength, fragility and transparency.
It often leaves me in desperation because of its fragility.
It often leaves me in desperation because of its fragility.
It leaves me breathless with the feeling of happiness to see its fragile intensity.
17.10.16
1.12.15
1.5.14
Jazz-me-Blues-Flowers
a homage to Sidney Bechet
porcelain 'flowers' with blue 'tattooed' rims - oxides and gold
inside glazed
8.3.14
3.3.14
inspiration and workplace
My Atelier (Enchanted Flowers) from Margrieta Jeltema on Vimeo.
In the backgarden of my house is a terrace that became an atelier. Here I make my porcelain sculptures and here I get inspired by the delicate plays of light and shadow all around me.
The slideshow with pictures of my atelier and surroundings was made on request of the curators of the 6th World Korean Ceramics Biennial 2011. It has been used for a video about the workplaces of artists who participated in the exhibition.
30.12.13
11.10.13
26.9.13
6.7.13
18.1.13
From the blog Nefelomanzia: Recensione: La schiuma dei giorni
Repost from Nefolomanzia : a review by +Giulia Mandrioli . beautifully written with great insight!
Una lunga poesia triste
Forse è per l’ansia di dover scrivere questa recensione (per la cronaca, è l’ultimo debito del 2012), ma ultimamente ho ripensato spesso a La schiuma dei giorni. Lo stile naif e surreale, alcune immagini incredibili come quella del pianocktail, (il pianoforte che, insieme alla musica, produce cocktail), il fondo amarissimo di questa storia… Non pensavo che mi sarebbero rimasti così impressi.
Ma andiamo con ordine. Tutto è cominciato a novembre, alla mostra “A Milano c’è il mare” presso lo Spazio Nibe di via Hajec, in cui mia zia, Margrieta Jeltema, esponeva alcune opere. Tra le sue creazioni ce n’era una particolarmente bella, intitolataL’écume des jours (nella foto). Il mio francese zoppicante e la mia scarsa cultura mi hanno portato a chiedere spiegazioni. «Ma come – mi chiede Margrieta – non hai mai letto Boris Vian?». Ovviamente no, ma dal titolo sembra interessante.
Tempo due giorni, e finisco ad una visita guidata dentro laMarcos Y Marcos. Mentre i due fondatori ci propongono le loro lodevoli iniziative editoriali, io mi guardo in giro. E in bella vista, all’ultimo piano, mi trovo davanti niente di meno che un enorme poster con la copertina della Schiuma dei giorni. A quanto pare, una specie di manifesto della casa editrice. Va be’, per farla breve, due segni in tre giorni mi sono sembrati sufficienti: sono andata in biblioteca e mi son procurata il libro.
E veniamo infine al libro.
E veniamo infine al libro.
Colin è un giovane bello, buono e pure ricco, a cui, per essere perfettamente felice, manca solo una fidanzata. Fortunatamente a una festa incontra la dolce Chloe e, con lei, può coronare il suo sogno d’amore. A condividere la loro gioia, una zuccherosa coppia di amici: Chick, ingegnere squattrinato e appassionato di Jean-Sol Partre e la meravigliosa Alise. I quattro si intrattengono tra surreali svaghi e sdolcinate smancerie. Tutto sembra perfetto, ma, ahimè, proprio quando il lettore comincia a chiedersi se tra due pagine non gli verrà il diabete, le cose cambiano. Impercettibilmente, l’equilibrio si spezza, la meravigliosa pace dei protagonisti si incrina. L’atmosfera si fa ad ogni riga più pesante: chi aveva tutto, d’improvviso non ha niente. Il lettore questo salto proprio non se l’aspettava, e ci rimane quasi peggio dei protagonisti. Va bene limitare le effusioni in pubblico, ma quei quattro in fondo non facevano niente di male, erano pure buoni. C’era proprio bisogno di colpirli così duramente? A quanto pare sì, per dimostrare che il mondo è un brutto posto, o qualcosa del genere.
Lo stile surreale amplifica vertiginosamente la sensazione di caduta, facendo del paesaggio circostante un grande e distorto specchio dei sentimenti dei protagonisti. Dalle immagini lievi delle prime pagine, con le descrizioni dei pranzi pantagruelici e dei lussi sfrenati a cui Colin e i suoi amici si, si passa al disagio asfittico di un mondo che, anche fisicamente, si restringe ad ogni riga. L’effetto è convincente, e sicuramente in francese sarà più efficace che in italiano (anche se devo dire che ho trovato la traduzione di Gianni Turchetta molto curata e attenta).
E cosa dire infine del risultato complessivo? È un bel romanzo? Non lo so, non sono convinta, non direi.
Sicuramente è un libro strano: pesantissimo e potentemente critico verso la società contemporanea, basti pensare alle riuscitissime descrizioni sul mondo del lavoro, sul lavoro che aliena e abbrutisce. Sicuramente è un romanzo poetico, ricco di immagini stupende. È un’opera che a modo suo avvince, e trascina il lettore, incredulo, a scoprire la fine della tragica vicenda dei suoi innocenti protagonisti. È un’opera che, come dicevo all’inizio, rimane impressa e torna in mente come un monito, una cantilena triste.
Ecco, forse questo può essere un inizio di risposta: forse La schiuma dei giorni non ha la portata narrativa del romanzo, manca di approfondimento psicologico, di una conclusione convincente e di un sacco di altre cose. Forse è piuttosto come una lunga poesia: musicale, suggestiva, impressionante. Fatta per essere ammirata, più che capita fino in fondo.
Concludo con un paio di suggerimenti musicali (anche se in teoria non mi competono, Petro mi perdonerai):
1. Le dèserteur, una canzone di Boris Vian stesso;
2. Chloe, di Duke Ellington: è la colonna sonora del libro, e secondo me ne descrive bene l'atmosfera :)
3.12.12
14.11.12
1.10.12
one of the Enchanted Porcelain Flowers
selected for the 2012 international orton conebox show
at the at the Lawrence Arts Center (U.S.U.)through the end of October 2012
20.9.12
GoldCoast Award exhibition 2012
Bayou Flower
She wanted to be a flower, born in the Bayou out of Cajun melodies.
Formed by the touch of violin strings,
uplifted by the voice of the bandoneon,
unfolded by the gentle embrace of the guitar sound.
She gathers sadness in her petals; longing, lost loves and kisses.
She dreams in the shade of ancient life oaks where lichen veils dance on the rhythm of a song brought on the river by the wind.
Her red rims are wounds of 'saudade' and burn bronze in the evening sun.
She grows transparent with light, her heart filled with possible worlds.
Formed by the touch of violin strings,
uplifted by the voice of the bandoneon,
unfolded by the gentle embrace of the guitar sound.
She gathers sadness in her petals; longing, lost loves and kisses.
She dreams in the shade of ancient life oaks where lichen veils dance on the rhythm of a song brought on the river by the wind.
Her red rims are wounds of 'saudade' and burn bronze in the evening sun.
She grows transparent with light, her heart filled with possible worlds.
selected for the 28th Gold Coast International Ceramic Award 2012
15.8.12
Phoenix Flowers in Santorini
Phoenix Flowers
selected for the first (2012)Santorini Biennale of Arts on the beautiful Greek island of Santorini.
The ceramics section was curated by Tracey Holt Walkden
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